Boeris Bike

Intervista realizzata dicembre 2018 con Peter (gestore attività) presso Boeris Bike, Strada comunale di Mirafiori, 2

Boeris Bikes nasce nel 1910 in corso  Unione Sovietica, allora corso Stupinigi,  da Lorenzo Boeris, torinese appassionato  di due ruote che, nel 1927, si trasforma  da piccolo ricambista a fondatore del  marchio “Ciclosport“. Successivamente,  il figlio Angelo Boeris brevetta il “cambio  di velocità a deragliamento di catena  per bici” e il “bloccaggio autocentrante  lampo”, vere innovazioni che fanno sì  che l’azienda cresca fino a diventare il  punto di riferimento per gli operatori  regionali. Nel 1959 Lorenzo, il nipote  del fondatore, affianca il padre Angelo  e inizia la produzione di biciclette da  corsa con il marchio “Boeris”, che nel  1970 debutta nel mondo competitivo  con la GS Fiat Torino e arriva a vincere  agli europei di Atene. Le innovazioni  continuano e nei primi anni 2000 la  Boeris inizia la produzione della linea  di componenti “Thorius”, introducendo  per la prima volta una curva manubrio  palmare. Oggi la Boeris Bikes mantiene  ancora la sede in quartiere, sebbene  l’edificio storico sia stato abbattuto per  ampliare il corso: «Siamo sempre stati  qui e ancora oggi abitiamo in zona,  perché abbiamo un forte legame emotivo  con Mirafiori; questa scelta ha creato  molte difficoltà, soprattutto logistiche:  avremmo bisogno di più spazio per far  

scaricare i camion, ma ormai non si tratta  più solo di vendita, bensì di condivisione  umana con le famiglie che comprano qui  da quando il nonno era un bambino e  continuano a mostrare orgogliosamente  la loro bici artigianale.

Arrivano da noi  anche ciclisti “di livello” perché abbiamo  inventato il sistema Metrika, che sfrutta  la biomeccanica rilevando le misure  antropometriche del ciclista, così da  creare una bicicletta che si adatti alle sue  esigenze strutturali”. Il marchio Boeris  ha attraversato il tempo, eppure rimane  un po’ di amarezza: «Ci ricordiamo la  Mirafiori verde e piena di prati, con  i cavalli del maneggio; poi abbiamo  visto le trasformazioni del quartiere  con le strade percorse dalle bande e  il dilagare della droga. Oggi invece  è diventata una zona residenziale  e sicura ma fin troppo tranquilla.  Ci piacerebbe veder nascere  qualche nuovo punto di ritrovo, per  dimostrare come anche una zona  di periferia possa essere un punto  di aggregazione importante per le  persone».