PERCORSO 1

PERCORSO 2

Le persone e il lavoro

(e l’imprenditorialità)

Area giochi, via Farinelli: anche se capovolgi la prospettiva il risultato non cambia.

Degrado, invisibilità, penombra così vengono raccontate le periferie: una sorta di oscurità che si contrappone alla luce della città. Oppure sono la promessa di una poesia che non arriverà. È l’assenza, servizi, infrastrutture, futuro, a dire ciò che sono.
Tuttavia, questa è solo una parte della storia. Ogni quartiere di periferia ha un’altra storia da raccontare

FONTE:  elaborazione  Rapporto Rota  su dati ISTAT anni  1991-2001-2011

Ogni anno le Nazioni Unite presentano le statistiche sulla fame nel mondo e quest’anno per la terza volta consecutiva il numero di persone che soffrono di carenza alimentare è aumentato arrivando a 821 milioni. Un fenomeno che appare lontano anche se non mancano anche in occidente le persone che per nutrirsi sono costrette a rivolgersi agli enti caritativi e alle mense benefiche. Anche in occidente si vedono persone raccogliere cibo per terra e persino nei cassonetti dei rifiuti. Il fenomeno appare tuttavia limitato e ben affrontato da istituzioni private, fondazioni e enti pubblici. 

C’è invece una fame diversa che non si vede e non si riesce ad estinguere: è la fame di abbracci. Si chiama solitudine, isolamento non voluto, ed è la malattia del nuovo secolo. In Italia, secondo i dati Istat, il 34% delle famiglie è formato da una sola persona (8 milioni e 659 mila, 2,4 milioni in più di quelle registrate nel 2004 e quasi il doppio rispetto agli anni 90). Una solitudine che avvolge anche le famiglie con figli e che ha portato diversi studiosi a chiedersi se le città sono un luogo adatto alla crescita delle future generazioni.

Di pirati, demoni e guerrieri si popola il Carnevale alla Casa nel Parco.

Due non è il doppio ma il contrario di uno.

Per lei c’erano ancora possibilità, perché la vita ha sempre un domani: un domani reale che incombe e ti macera, ma è sempre domani. E anche se passavano gli anni, diceva che erano i minuti a trasformare la vita.

POPOLAZIONE ATTUALE, 2011

A Mirafiori Sud la presenza di stranieri è inferiore rispetto alla media cittadina.

FONTE: Rapporto Rota su dati Ufficio Statistica della Città di Torino, 2011 e 2015

In via Artom sono stati realizzati 8 edifici di 10 piani per un totale di 780 alloggi.

“Io abito qui perchè qui abitava mio nonno che ha lasciato la casa a mio padre. Oggi, tra i miei vicini di casa c’è gente che proviene da tutto il mondo.”

FONTE: elaborazione dati dal sito Circoscrizione 2 Mirafiori Sud

Da qui si prova compassione per quei cronisti che devono esercitare il loro mestiere in sonnolenti quartieri dai nomi altisonanti perché a Mirafiori ogni giorno c’è una storia da raccontare e la realtà non finisce mai di sorprenderti.

A Mirafiori è rimasta Pina che come mole di informazioni vale più di dieci gruppi Whatsapp.

Sara con i suoi tre bambini ha lasciato la sua fredda roulotte per una stanza dalle suore di Madre Teresa e a febbraio con il reddito di cittadinanza spera di poter trovare anche una casa in affitto. È così che Enzo dopo mesi di disoccupazione “totale-globale” ha trovato un piccolo contratto di lavoro che “lo tira su di morale”. È così che Mario ha smesso di pensare solo ai suoi problemi e si è messo al servizio degli altri e “si sono più sereno” mentre Rosa ha preso il suo primo stipendio dopo 15 anni e vuole offrire da bere a tutto il quartiere. Sono percorsi solitari, fiorellini deboli, deboli, espressioni e respiro di un’attesa perché la tristezza a Mirafiori non è solo una connessione neurale, ma poesia.

Avvenire 20/01/21

Non devo aprire gli occhi per riconoscere le tue labbra.

Gatto da guardia.

Politecnico di Torino, nuovo centro del design, nell’area TNE, Torino Nuova Economia Ph Saverio Lombardi.

Mario è seduto in una panchina davanti ai giardinetti di via Negarville, le mani gli tremano mentre cerca di mangiare un panino, sembra un principio di parkinson, ma lui vive solo, dal medico non va e i servizi sociali sono lontani (4 km): lontanissimi quando solitudine, depressione e malattia si mettono in fila.

La disoccupazione ti invecchia, è una senilità precoce, feroce, interiore. Smarrisci il senso. Vivi solo dei cinque sensi, non c’è altro, non c’è oltre. In periferia non abbiamo perso il lavoro, la casa, la comunità, ma il senso della vita, per questo la periferia è diventata esistenziale. Ciò che rende la vita insopportabile non è l’assenza delle cose, ma l’assenza di destino e di senso.  È da qui bisogna ripartire: ricercare il senso, oltre i cinque sensi. E anche se il destino di un luogo è più spietato di qualsiasi utopia, oggi siamo in piedi.

Fabrizio Floris, Avvenire, 22 giugno 2019

“E’ umiliante cercare lavoro, è umiliante non essere cercato da nessuno; con la tecnologia che avvicina, le relazioni si fanno più lontane. Passo ore ad aspettare un messaggio, una mail o uno squillo”. Sai piano piano ho iniziato a vedere offuscato, prosegue, “tutto mi appare vuoto, vacuo. Mi manca persino la tenerezza, la capacità di commuovermi e di amare. Mi manca qualcuno con cui parlare, uno solo che ascolti e comprenda. Sono senza forza e senza energie. La mattina dormo, non ho l’intenzione di alzarmi dal letto, aspetto il niente che avanza, senza coltivare più né rancori né desideri. Sono un’ombra neutra. Non ho né fantasie né preferenze, tutto mi scorre addosso. Le giornate sono uguali le une alle altre: quando esco cammino senza meta, leggo senza interesse, ascolto senza sentire, mangio solo per nutrirmi, mi muovo come per un puro caso. La notte non sogno, perché non dormo, la mia è un’enorme insonnia che mi impedisce di riposare”. 

http://www.vita.it/it/story/2019/05/13/tra-i-giovani-disoccupati-di-mirafiori/286/

FONTE: elaborazione Rapporto Rota su dati Osservatorio Regionale del Commercio, 2015

Vendita arance informale, via Plava.

Non ho mai pensato alle periferie, ai luoghi. Per me la città era la casa in cui abitavo e al massimo il quartiere. Il resto era Africa. Un luogo sconosciuto talmente sconosciuto che non ero al corrente della sua esistenza, per cui non potevo neanche cercarlo. La città era l’oscurità, però sapevo da chi era popolata. Quelli sono di via Roveda, un nome che spaventava anche solo pronunciarlo: chiunque veniva di lì era sicuramente un duro. C’erano quelli di Borgocina, delle Vallette, di Mirafiori, il soggetto era il luogo non le persone che lo abitavano. Periferie abrase a cui era stato tolto tutto, o meglio, non c’era stato messo niente. Negli anni ʼ70 le strade erano ancora di terra battuta e i problemi erano più di natura infrastrutturale finché non è arrivata l’eroina. La polvere che ha cambiato le esistenze, che ha segnato il passaggio dalla vita alla morte per moltissimi giovani. Polvere che si è impastata col fango delle strade, con le ideologie, le lotte sociali e politiche. Tanti stimoli senza nessun riferimento e, infatti, dalla periferia non sono mai uscito.

Periferie esistenziali. Da rispettare, superare, distruggere, Robin&Sons, 2018.

Era nato nel quartiere popolare di Mirafiori, ma non conosceva la Fabbrica. Mirafiori ai suoi occhi non era periferia, ma comunità in cui si sentiva protetto.

FONTE elaborazione Rapporto Rota su dati ISTAT, 2011

FONTE: elaborazione Rapporto Rota su dati Agenzia delle Entrate, 2009

Un caffè da Aly di Mimmo: il caffè qui non è un’offerta, ma un dovere. (Ph. Andrea Borgarello)

«Abbiamo fatto molti sacrifici, lavoravamo dalla mattina alla sera ma, dandoci da fare, ci siamo riusciti».

 

ALY DI MIMMO
Vendita e stoccaggio di cassette usate destinate all’imballaggio di frutta e ortaggi

Principali clienti: Mercati Generali, aziende agricole e privati, mercato cittadino
Anno di insediamento a Mirafiori: 1990
Numero lavoratori 2018: 2-3
Anno numero massimo di lavoratori: 1997 (4 lavoratori)

Stoccaggio cassette. (Ph Andrea Borgarello)

La cura di sé prescinde dal reddito. (Ph Andrea Borgarello)

«Quella sensazione di crescita che c’era stata nei primi anni 2000, con la costruzione delle case nuove, ha deluso le aspettative: mancano ancora le attrazioni per far sì che la gente giovane voglia tornare a vivere qui».

 

BODY SHEN Snc
Estetica-benessere olistico

Principali clienti: privati cittadini in prevalenza del quartiere, mercato circoscrizionale
Anno di insediamento a Mirafiori: 1990
Anno fatturato punta massima: 2001
Numero lavoratori 2018: 2-3
Anno numero massimo di lavoratori: 2001 (4 lavoratori)

Ritocco unghie.

Mix gastronomico.

Le moto degli altri sono sempre le più belle.

La Storia del ciclismo. (Ph Andrea Borgarello)

«Ci piacerebbe veder nascere qualche nuovo punto di ritrovo, per dimostrare come anche una zona di periferia possa essere un punto di aggregazione importante per le persone».

 

BOERIS Sas
Produzione cicli artigianali e personalizzati

Principali clienti: privati cittadini, mercato nazionale
Anno di insediamento a Mirafiori: 1910
Anno fatturato punta massima: 2001
Numero lavoratori 2018: 5
Anno numero massimo di lavoratori: 1987

Muletti al lavoro. (Ph Andrea Borgarello)

«Io non potrei mai lasciare Mirafiori. Forse perché ne ho visto l’evoluzione, essendo cresciuto qui. Lo spettacolo del parco Colonnetti in primavera è per me qualcosa di irrinunciabile».

 

CO.BIR Srl
Importazione e distribuzione birre e vini

Principali clienti: grande distribuzione italiana
Anno di insediamento a Mirafiori: 1960 come ditta Canavesio; dal 1973 CO.BIR srl
Anno fatturato punta massima: 2011
Numero lavoratori 2018: 10
Anno numero massimo di lavoratori: anni 70 (20 lavoratori)

Pagine di storia operaia. (Ph Andrea Borgarello)

Carico e scarico con vista sui palazzi. (Ph Andrea Borgarello)

«Lo stupore è stato accorgerci che il quartiere non era più il luogo delle lotte operaie, della vivacità politica e della consapevolezza sindacale».

 

LA GRAFICA NUOVA – Società Cooperativa
Stampa tipografica, litografica e legatoria

Principali clienti: Lindau, Gruppo Abele, Il Margine Soc. Coop., Seed srl, Dalidea SAS, Cai Uget
Anno di insediamento a Mirafiori: 1994
Anno fatturato punta massima: primi anni 2000
Numero lavoratori 2018: 4
Anno numero massimo di lavoratori: primi anni 2000 (8 lavoratori)

Stampa (dove c’è ancora la mano dell’uomo). (Ph Andrea Borgarello)

Sala prove – dettaglio mixer. (Ph Andrea Borgarello)

«Oggi Mirafiori Sud è un luogo piacevolmente residenziale, la gente viene a viverci per la quiete e il verde. Però manca il resto.»

 

LOOP Sale prova, affiliato ACSI
Sale prova, studio di registrazione, produzioni

Principali clienti: privati cittadini in prevalenza della città, mercato cittadino
Anno fatturato punta massima: 2018
Anno di insediamento a Mirafiori: 1997
Numero lavoratori 2018: 2-3 (più collaborazioni esterne)
Anno numero massimo di lavoratori: 2018 (3 lavoratori)

Claudio Vigna nella sua macelleria. (Ph Andrea Borgarello)

«Era come un grande paese e ci siamo ambientati subito».

 

MACELLERIA VIGNA
Alimentari

Principali clienti: privati cittadini in prevalenza del quartiere, mercato cittadino
Anno di insediamento a Mirafiori: 1968
Anno fatturato punta massima: 2010
Numero lavoratori 2018: 3
Anno numero massimo di lavoratori: 2005 (4 lavoratori)

Cortesia e sorriso. (Ph Andrea Borgarello)

Vivaio, dettaglio. (Ph Andrea Borgarello)

«Il quartiere era vitale, pieno di persone: sembrava un paese.»

 

AZIENDA AGRICOLA E VIVAIO GONELLA
Piante da frutta in vaso

Principali clienti: ingrosso Piemonte, Liguria, Val d’Aosta
Anno di insediamento a Mirafiori: 1973
Anno fatturato punta massima: 2008-9
Numero lavoratori 2018: 2
Anno numero massimo di lavoratori: anni 90 (5-6 lavoratori)

Nuove attività produttive. (Ph Andrea Borgarello)

«Mirafiori ha più forza di altre periferie: la memoria e le competenze non vanno lasciate cadere, ma utilizzate per attrarre attività e interessi internazionali.»

 

TECNOCAD PROGETTI Spa
Engineering specializzata sull’automotive

Principali clienti: FCA, FERRARI, IVECO
Anno di insediamento a Mirafiori: 1986
Anno fatturato punta massima: 2008
Numero lavoratori 2018: più di 100
Anno numero massimo di lavoratori: 2019

Studio telaio modulare. (Ph Andrea Borgarello)

Garage multifunzione.

L’orgoglio del pasticcere – Giuseppe D’Arrigo è il maître chocolatier che nel 2021 ha ideato il cioccolatino abbinato alle 15 rose del giardino di lettura del Mausoleo della Bela Rosin. 

Insieme a Dell’Agnese, Da Tony e Maria, Venere ha scelto il Dolce di Mirafiori e dal 2020 lo producono artigianalmente con una ricetta unificata.

Nuovi abitanti hanno trovato spazio nelle case e nei letti del quartiere.

FONTE: elaborazione Rapporto Rota su dati ISTAT anni 1991-2001-2011

Il Tronchetto di Caterina è il dolce di Mirafiori: mela grigia di Torriana, zenzero, cannella, cioccolato sono miscelati con sapienza nelle quattro pasticcerie, in onore di una leggenda che risale al 1585. 

Il 5% delle vendite del Tronchetto di Caterina viene devoluto per le attività di solidarietà di Fondazione della Comunità di Mirafiori Sud Onlus. (Ph Cosimo Maffione)

MIRAFIORI PLAYLIST